Manuel e Federica, viaggio della Memoria col gotha dello sport italiano

19 Febbraio 2024

In occasione della Giornata della Memoria, lo sport italiano ha visitato i luoghi dell’Olocausto, ribadendo il proprio impegno nella responsabilità sociale e nella volontà di essere un veicolo di valori universali

 

 

fonte: Ufficio Stampa FIJLKAM

Organizzato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, rappresentata dal Ministro per lo Sport e per i Giovani Andrea Abodi, nei giorni dal 4 al 6 febbraio, una folta delegazione dello sport italiano è partita per visitare il campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau.

Erano presenti, oltre al ministro, la vicepresidente del CONI Claudia Giordani, il presidente di Sport e Salute Marco Mezzaroma, il vicepresidente del CIP Roberto Valori, oltre a rappresentanti della comunità ebraica nazionale e di Roma, delle federazioni sportive, ed atleti olimpici e paralimpici, per un totale di circa 80 persone.

 

 

In rappresentanza della FIJLKAM sono partiti gli atleti internazionali Luigi Busà, Daniele Alfonsi, Federica Yakymashko (con il padre Manuel Giuge – Campione Italiano nella sua categoria – nelle vesti di accompagnatore) e il coach Luca Nicosanti.

La delegazione, durante la prima giornata, è andata a visitare la Fabbrica di Oskar Schindler, il famoso imprenditore tedesco che salvò circa mille ebrei dall’orrore della shoah, proprio impiegandoli come operai nello sforzo bellico della sua industria. Nella seconda giornata, invece, ci sono state le visite guidate al campo di concentramento di Auschwitz e, al suo interno, al campo di sterminio di Birkenau.

Non ero mai stato nei campi di concentramento e sterminio di Auschwitz e Birkenau – ha detto il campione olimpico Luigi Busà – Ne avevo studiato la storia ma andare lì, toccare la storia con mano, ti permette di sentire il dolore e le terribili situazioni che hanno dovuto vivere queste persone. Permette di toccare con mano anche quanto inumano ha potuto essere l’uomo. Con la guida che spiegava tutto, abbiamo visto i capelli delle vittime, le scarpe, siamo entrati nelle camere a gas e nei forni crematori. È stato molto triste, toccante, ma anche molto formativo. Consiglio a tutti di fare questa esperienza nella vita, noi dobbiamo essere testimoni e raccontarlo ai nostri fratellini più piccoli, ai nostri figli e nipoti. Tutto ciò non va dimenticato. L’uomo deve sapere che è capace anche di questo, proprio per non farlo più.

 

 

Per quanto riguarda il gruppo della spedizione, è stato molto bello condividere l’esperienza con gli altri. C’erano i ragazzi in carrozzina, atleti paralimpici, e abbiamo fatto una bella squadra. Abbiamo vissuto emozioni forti insieme e la sera ne parlavamo. Anche con il ministro Abodi abbiamo creato un gruppo dove ci scambiamo idee ed anche per portare avanti questo percorso, andare a visitare altri luoghi insieme.

Sono contento e onorato che la Federazione mi abbia scelto per rappresentarla, ho risposto subito presente.”

A far parte della delegazione, oltre a dirigenti, rappresentanti istituzionali, atleti olimpici di primo piano, c’erano anche diversi atleti paralimpici. Per la FIJLKAM, ad esempio, Daniele Alfonsi e Federica Yakymashko, due campioni azzurri del parakarate, e il loro coach Luca Nicosanti. Questo è un dettaglio molto importante, che racconta a pieno i valori e la forza dello sport!

 

 

“Lo sport, con i suoi valori di fratellanza, inclusione e rispetto dell’altro – ha detto Nicosanti –può aiutarci nel promuovere una società più giusta e tollerante. Visitare luoghi come Auschwitz tocca profondamente e fa comprendere quanto sia preziosa la libertà e quanto sia facile, se non si è vigili, calpestare la dignità umana.

La presenza del ministro e delle delegazioni sportive in questa giornata così significativa vuole sottolineare proprio il ruolo educativo dello sport, nel trasmettere ai giovani il ricordo di ciò che è accaduto per evitare il ripetersi di tragedie simili. Solo astenendosi da qualsiasi forma di odio, discriminazione e violenza possiamo onorare davvero la memoria delle vittime della Shoah.”

integrazione a cura di Ufficio Stampa Polisportiva Terraglio:

“Un’esperienza fortissima, vivere sulla propria pelle i posti che hanno ospitato il dramma disumano della Shoah è qualcosa che ti marchia dentro, lasciandoti dapprima un grande vuoto, poi nella rielaborazione interiore l’assoluta convinzione che mai dovrà ripetersi una cosa del genere nella storia dell’Uomo, e che per evitarlo ognuno di noi deve assumersi una parte di responsabilità”, il commento di Manuel Giuge anche a nome della figlia, Federica Yakymashko. “Ringraziamo tantissimo la Federazione, ma sopratutto il Ministero, per averci incluso in questo progetto così carico di significati: rappresentare il proprio Paese nella propria disciplina sportiva significa anche rappresentarne i valori fondativi, ed essere stati chiamati in una delegazione così qualificata ci ha riempito di orgoglio, personale, ma anche per conto dei nostri Maestri, Roberto Ronchini e Francesca Di Salvo, e della nostra società, la Polisportiva Terraglio, senza la quale il nostro percorso non sarebbe mai arrivato fino a qui”.

 

 

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