CARLO ZAJA, la danza e la forza delle emozioni

5 Settembre 2019

Il Maestro Zaja con la figlia Aurora

 

Carlo, ci racconti chi sei? Da dove arrivi e qual è il tuo percorso di formazione?

“Sono mestrino di Carpenedo e ho 53 anni. Ho frequentato il liceo scientifico Bruno e mi sono diplomato all’Accademia Nazionale di Danza con abilitazione del ministero della Pubblica Istruzione. Sono sempre stato impegnato in ambito artistico e sportivo. Mi ritengo un figlio d’arte perché sin da quando avevo 7 anni sono entrato nello straordinario mondo della danza grazie all’insegnamento e alla guida della zia, Egilda Cecchini, prima danzatrice alla Fenice e pluricampionessa italiana di pattinaggio artistico a rotelle. Ho frequentato il triennio dell’Isef sostenendo alcuni degli esami più importanti e ho frequentato vari master nell’ex Urss. Sono tecnico federale e giudice straordinario della Fids-Federazione italiana Danza sportiva. Insegno professionalmente danza ormai da più di 30 anni (come passa il tempo…), sono riuscito a farne il mio lavoro fin da subito dopo il diploma, credendoci sempre, e per questo mi sento privilegiato

Lavoro in Polisportiva Terraglio dal 2011, quando ho introdotto appunto la sezione danza, che attualmente vede impegnati 4-5 tecnici e circa 125 atleti, tra cui la squadra paralimpica attuale campione d’Italia”.

 

 

Di cosa ti occupi in Polisportiva?

“Ho gli incarichi di responsabile dell’area danza e dei campus estivi. Sono coordinatore delle attività del Centro Coni, dei rapporti con le scuole e dei practitioner Watsu®, un metodo che applica tecniche shiatsu in ambiente acquatico con un’importante valenza sulla sfera fisica, emozionale e psicologica: basti dire che una seduta di 45 minuti vale come 4 ore di sonno in fase rem, è un ottimo supporto ai piani terapeutici messi in atto dalla nostra realtà”.

 

 

Ci sono particolari esigenze su cui lavorare?

“Quello della danza è un progetto che mette la persona al centro, introduce l’aspetto emozionale e si interconnette formidabilmente con l’aspetto sportivo sociale. Non a caso siamo affiliati alla Federazione danza sportiva.

La visione pluridisciplinare e multidisciplinare è strategica. Credo che nella società attuale, dove sempre di più ci sono problemi anche relazioni, sia necessario investire proprio sull’aspetto emozionale”.

 

 

Un aneddoto/episodio speciale?

“Ce ne sarebbero tantissimi. Per me è stato un coronamento aver fatto nascere la squadra mista tra ragazze in carrozzina e normodate.

La danza trasforma la disabilità in un’opportunità. Quello che si può esprimere nella velocità con le ruote non lo puoi fare con le gambe e viceversa e averlo saputo fare arrivando in due anni al vertice del campionato nazionale, è motivo di tanto orgoglio.

O potrei citare i ragazzini che provengono da comunità e ci dicono che il campus è l’esperienza più bella della loro vita. Più in generale mi entusiasma vedere come passino negli atleti i valori dello sport, prima di tutto l’umiltà.

E, poi, consentitemelo come papà, il terzo posto all’Europeo di mia figlia Aurora a cui è stato riconosciuto il Premio Far Play perché ha prestato le scarpe da punta a una sua concorrente. Umiltà è non perdere mai il contatto col terreno anche se sei arrivato ad un altissimo livello”.

 

Aurora Zaja – 3° posto Campionato Europeo IDO 2019 – Praga (CZ)

 

Progetti e aspettative personali per il futuro?

“Credo moltissimo nell’attività della danza vista con questa apertura: un’arte e nello stesso tempo un’attività motoria. Solo per fare un esempio: accompagna i bambini ad assumere tutta una seria di abilità e competenze che poi tornano utili anche negli sport.

Con la danza è possibile unire l’aspetto emozionale con quello culturale e sportivo, come capita in Polisportiva. La danza non è solo espressione di un gesto, che comunica qualcosa, ma è l’insieme dei tre elementi: strumento, autore e opera che si uniscono nella stessa situazione. La danza ha un enorme e ancora sottovalutato valore formativo ed educativo”.

 

 

BOTTA E RISPOSTA

Il valore per te più importante? L’umiltà, nella consapevolezza delle proprie potenzialità.

La cosa che proprio non sopporti? L’ingiustizia, in tutte le sue sfumature

Il tuo hobby preferito? Non ho il tempo per un hobby. Meglio, il mio lavoro è la mia passione.

Campionati Mondiali

Campionato Mondiale IDO Modern – Contemporary 2018 – Polonia

Il tuo colore preferito? Non ce n’è uno solo, ma quasi tutti perché dentro vi vedo le emozioni e gli stati d’animo. Non mi piacciono quelli troppo pacchiani, tipo oro e fucsia. Amo il rosso veneziano.

Il libro da consigliare? Tutti i libri di Asimov in cui si ritrovano un’ottima introspezione e una visione futuristica. A me piace presentarmi come un creativo.

Il film da vedere? 2001 Odissea nello Spazio di Kubrick.

 

 

Carlo Zaja in azione sul palcoscenico

 

 

Animale preferito? Tutti i felini, soprattutto la lince.

Mare o montagna? Ho vissuto tanto il mare, ma mi piace anche la montagna. In generale amo la natura che è stupenda.

Un viaggio da fare? Tutti, perché tutti ti lasciano qualcosa. Quello che sento più vicino è l’Islanda, dopo l’esperienza dello scorso anno, proprio per la bellezza della natura.

 

Wheechair danza

Campionesse d’Italia 2019 – Gruppo Paralimpico!!!

 

La tua dote migliore? Non fermarsi, non mollare mai, non nel senso di arroganza, ma di credere fino in fondo a quello che faccio.

Il tuo limite più grande? Non avere la capacità di essere “cattivo” al punto giusto per raggiungere l’obiettivo, perché credo di più all’aspetto conciliativo.

La data più significativa per te? Le date di nascita delle mie tre figlie, di cui due sono gemelle.

 

Carlo Zaja con le sue figlie

 

La soddisfazione per te più importante? Il diploma all’Accademia di Roma. I campionati vinti dalle ragazze. Il terzo posto di Aurora in Europa.

La delusione? Mi è mancato di non aver potuto condividere i risultati raggiunti con mia zia, mancata prematuramente.

 

Spettacolo di fine anno 2019

 

L’esperienza che più ti ha segnato? “Tutte le esperienze che ho passato mi hanno lasciato un segno. Ho passato un periodo delicate con le mie due figlie nate premature. E poi, tre anni fa, l’esperienza del linfoma”.

Un sogno nel cassetto per il futuro? “Riuscire a portare la cultura della danza in ambito scolastico rompendo completamente gli schemi e i pregiudizi che la danza sia prettamente femminile. La danza è una grande sfida”.

 

Campionesse Italane Modern Contemporary 2017

 

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